[non avevo ancora pubblicato nulla sulla serata con fabrizio iuli del mese scorso. la mancanza di tempo, il lavoro, l’avere preso pochi appunti, l’essere rimasto ad ascoltare le parole dense di fabrizio, le cavallette, l’incendio, l’inondazione, … non è stata colpa mia.
approfitto oggi della mattinata di densissima merda per rileggere gli appunti. anche se in ritardo, ci sono quattro concetti espressi da fabrizio durante la serata che vorrei ricordare. servono a capire qualcosa di più dell’uomo e pure del vino.
se lo incontrate, a una fiera o nel suo monferrato, chiamatelo lebowski].

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IL MONFERRATO.
adesso in monferrato ci sono almeno dieci o dodici aziende che lavorano bene. questo è il vero successo: quando c’è qualcuno che ti segue, quando c’è un movimento. se anche uno facesse il vino più buono del mondo, questo non farebbe della sua zona di produzione un territorio. un territorio lo fanno cinquanta aziende che lavorano nella stessa direzione. non è importante dove vendi il vino, se in italia o all’estero. il monferrato ha tanto da dire in termini di agricoltura e non di marketing. qui la terra costa pochissimo, si spende infinitamente meno a comperarla che a piantarvi la vigna. il mio non è tanto un discorso politico, quanto agricolo. di territorio.

IL NEBBIOLO.
decisi di piantare nebbiolo nella vigna di gad lerner, che ora affitto, perché avevo assaggiato un nebbiolo prodotto da una vecchia vigna lì vicino, e pensavo che sarebbe venuto bene. mi piace farlo in sottrazione, per così dire: estraggo il minimo indispensabile. te ne accorgi già dal colore. i terreni sono calcarei e danno vini salati, acidi, molto minerali. ne verrebbero fuori dei grandi vini bianchi. però io faccio i vini che mi piacciono.

IL PINOT NERO.
ho iniziato con il pinot nero perché mi piace. è una pianta difficile, delicata: se fa caldo ha un problema, se fa freddo ne ha un altro, se piove idem e così se non piove. ti insegna moltissimo. tutti i vignaioli dovrebbero avere almeno tre o quattro filari di pinot nero.
dal pinot nero possono venire fuo vini straordinari. ma se vai in borgogna resti deluso. costano troppo e non sempre sono buoni. certo, quando sono buoni sono veramente buonissimi.

IL VINO.
le cose divertenti per un vignaiolo sono due: cercare il vino e immaginarlo.
immaginare come lo si vuole e immaginare come diventerà una volta che è stato prodotto. i miei vini sono da aspettare, sono molto migliori da vecchi. e tuttavia quando sono maturi mi stancano, perché non ho più nulla da immaginare.

[serata al molo di lilith, 24 aprile 2018]