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alla mostra di andor kertész, detto andré, in corso a genova, tra le tante c’è anche questa foto del 1921 che lo ritrae insieme ad elizabeth.
elizabeth è la donna della sua vita. a qualche fortunato capita di averne una.
nel 1925 i due si perderanno di vista, causa trasferimento a parigi di lui e intercettamento delle missive di lei da parte della prima moglie di kertész [capita anche questo]. tuttavia la storia ha un lieto fine, per quanto possano averlo le storie degli umani: andor ed elizabeth si ritroveranno nel 1929, vivendo la loro vita insieme fino al 1977, anno della morte di lei.
nella foto solo elizabeth guarda l’obiettivo. mostra, nello sguardo e nel riso, una felicità che non ha bisogno di spiegazioni. andor invece guarda lei, con una tenerezza che sembra essere trasmessa da tutto il suo corpo: dal modo in cui le sta accosto a come le tiene le mani, dalla piega del suo sorriso mentre le parla. dalla forma del naso, persino.
ci sono molte fotografie meravigliose in questa mostra incredibilmente quasi deserta di visitatori. di fronte a molti scatti il quore ha saltato un battito. [sono vivo per miracolo].
chi oggi fotografi un’insegna, un marciapiede, un’ombra, uno sconosciuto per strada, una porta, una forchetta, un albero riflesso in una pozzanghera, una nuvola sperduta nel cielo, una distorsione visiva causata dall’acqua o da un vetro, costui nel momento stesso in cui preme il pulsante di scatto sta dicendo grazie ad andor kertész, detto andré.
anche se non lo sa.

“Qualsiasi cosa facciamo, Kertész l’ha fatta prima”
H.C.B.